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Le tecnologie per la didattica

tratto da: MediaMente

 

​L'insieme delle tecnologie per la didattica è costituito da tutti quegli strumenti hardware o software, da tutte quelle tecnologie, che possono essere utilizzate per facilitare l'apprendimento degli studenti e l'insegnamento da parte dei professori; anche se possono essere state inizialmente inventate con altri fini.

Qualsiasi processo di apprendimento - qualunque sia la sua strategia o modello psicologico - si serve di qualche tecnologia, di qualche strumento didattico. La semplice penna, la scrittura, il libro, la stampa, la lavagna, o anche le tavolette di cera, ecc., sono degli strumenti didattici.

Quando parliamo di tecnologie per la didattica, quindi, non dovremmo pensare solo, per esempio, al videoregistratore o al computer.

Ci sono vari modi per descrivere e classificare gli strumenti didattici. 
... quattro gruppi in base ad una progressione logica della comunicazione didattica:

- il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono scene cinetiche;
- il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono immagini statiche;
- il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono testi orali e scritti;
- il gruppo dei mezzi multimediali.

Questa progressione è dettata dall'ipotesi che la conoscenza proceda dal particolare al generale, dal concreto all'astratto, dal semplice al complesso, dalla cinetica alla statica, dagli eventi alle idee. 
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Nel quarto gruppo ci sono le tecnologie digitali e multimediale, quelle tecnologie che sono in grado, grazie alla codificazione binaria di numeri, testi, immagini, suoni, filmati, di utilizzare in un unico formato tutte le modalità di comunicazione viste finora. In questo gruppo troviamo i computer, i CD, gli ipertesti, le reti telematiche e i vari software.
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Le nuove tecnologie digitali ci offrono la possibilità, a costi abbastanza limitati, di costruire degli ambienti di apprendimento multimediali e multisensoriali in cui i bambini possono addestrarsi ad una progressiva astrazione. Ambienti in cui le varie modalità di comunicazione possono essere integrate tra loro, producendo qualcosa che non è la semplice somma delle parti. Le nuove tecnologie, inoltre, non sono sentite come qualcosa di estraneo dai bambini di oggi; sono presenti ovunque nelle loro case e nei loro giochi; con esse i bambini si trovano a loro agio; i video giochi, la televisione, il computer costituiscono per loro degli interlocutori vivi con cui dialogare, apprendere e divertirsi. Gli adulti non dovrebbero considerarle come nemiche dell'apprendimento, della riflessione, dello studio. Se utilizzate in modo appropriato all'interno dei processi di apprendimento possono costituire degli alleati preziosi per gli insegnanti. Non bisogna pensare, comunque, che il computer possa sostituire completamente il libro o il quaderno. Questi strumenti tradizionali, e la loro tradizionale utilizzazione, saranno sempre indispensabili e insostituibili. Si dovrebbe pensare più ad un'integrazione che ad una sostituzione.
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Siamo convinti che le nuove tecnologie favoriscano delle strategie d'insegnamento basate molto di più sull'approccio costruttivistico; in cui i ragazzi sono chiamati ad essere gli attori principali del processo di apprendimento; in cui è fondamentale una costruzione personale e attiva del proprio sapere a partire dai propri bisogni e dalle proprie motivazioni; in cui non si ascolta passivamente la lezione dell'insegnante e poi si ripassa lo stesso argomento sul manuale nel chiuso della propria stanza, ma si collabora attivamente e continuamente con i compagni e gli insegnanti; in cui il contesto in cui si studia è fondamentale e in cui la valutazione non è qualcosa di separato dal loro fare quotidiano.

In un tale modello didattico il ruolo dell'insegnante si modifica profondamente; il docente cessa di essere la fonte principale delle informazioni; diventa sempre di più un "facilitatore", un consigliere, un organizzatore del lavoro altrui. Il problema con cui si scontrano gli studenti di oggi non è quello di "avere" le informazioni, ma quello di recuperarle, renderle attive, strutturarle, riflettere su di esse in modo critico. Le conoscenze specifiche che l'insegnante ha nella sua disciplina diventano meno importanti, mentre acquistano maggiore importanza le sue capacità metodologiche e didattiche generali.

Lo spazio della tradizionale lezione frontale, di conseguenza, si restringe notevolmente ed aumenta quello dei lavori di gruppo, dei percorsi individualizzati, delle ricerche personali e di gruppo. Un modello d'insegnamento collaborativo e costruttivo sarebbe ovviamente possibile anche utilizzando gli strumenti didattici tradizionali; ma le nuove tecnologie lo rendono più agevole e più naturale; e gli studenti sono più motivati e portati più facilmente a prendere l'iniziativa.

Con le nuove tecnologie è abbastanza facile creare degli ambienti virtuali, delle simulazioni, che aiutino lo studente a sviluppare il pensiero critico; perché è messo nella condizione di poter verificare le proprie conoscenze agendo in contesti 'concreti', di formulare delle ipotesi che possono essere messe immediatamente alla prova. Non dobbiamo, quindi, pensare alle nuove tecnologie come a degli strumenti "neutri", che si possono affiancare agli altri per continuare a perseguire gli stessi obiettivi con le stesse metodologie.

Molti hanno sostenuto - e tra gli altri, per esempio, Papert, Maragliano, Abruzzese - che i nuovi media potranno dispiegare tutte le loro potenzialità solo dopo che si sia messo in crisi l'attuale modello scolastico, con la sua tradizionale metodologia e la sua rigida compartimentazione tra le varie discipline scolastiche.

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